Cambio al vertice per Confindustria Ceramica: Augusto Ciarrocchi alla presidenza

L’industria ceramica italiana ha affrontato un anno difficile a causa della bassa domanda internazionale, perdendo un miliardo di euro di fatturato. Le aziende hanno ridotto la produzione del 13%, mentre le vendite sono diminuite del 17,8%, raggiungendo 369 milioni di metri quadrati di piastrelle. Il fatturato complessivo è sceso del 14,1%, attestandosi a 6,2 miliardi di euro, e l’export ha registrato un calo del 15,4%, pari a 5 miliardi di euro. Tuttavia, segnali cauti di ripresa provengono dagli Stati Uniti. L’industria italiana è ora alle prese con la concorrenza sleale dell’India. Le sfide principali includono la ripresa del mercato interno e la revisione del meccanismo ETS delle emissioni inquinanti.

Il settore ceramico italiano comprende 252 aziende che occupano 26.211 addetti diretti. L’internazionalizzazione produttiva in Europa e Nord America da parte di aziende controllate italiane genera quasi un miliardo di euro di fatturato.

Durante l’assemblea annuale di Confindustria Ceramica, è stato nominato il nuovo presidente, Augusto Ciarrocchi, titolare di Ceramica Flaminia. Giovanni Savorani, presidente uscente, ha sottolineato la necessità del rispetto delle regole del Fair Trade in un contesto di bassa domanda e accesa competizione. Savorani ha evidenziato la crescente presenza dell’India nei mercati europei e la recente accettazione negli Stati Uniti di dazi antidumping sull’import indiano, compresi tra il 400% e l’800%, mentre in Europa sono inferiori al 10%, insufficienti per contrastare la concorrenza sleale.

Per il mercato nazionale, Savorani propone un nuovo Piano Casa per rispondere alla domanda di affitti calmierati per studenti e lavoratori fuori sede e per promuovere uno sviluppo verticale delle città, superando i limiti normativi attuali. La conversione in legge del Decreto Salva Casa potrebbe avviare il mercato della ristrutturazione, grazie a interventi su sottotetti e seminterrati.

L’energia rappresenta un fattore critico per la competitività dell’industria ceramica italiana. Savorani ha ribadito la necessità della gas release, ancora in attesa dei decreti attuativi, come misura strutturale per la sicurezza energetica nazionale. Ha criticato il meccanismo ETS, ritenuto incapace di promuovere un reale percorso di decarbonizzazione per l’industria ceramica italiana, che contribuisce solo all’1% delle emissioni totali con il 10% dei siti. Le quotazioni della CO2, influenzate dalla speculazione finanziaria, non riflettono l’assenza di alternative tecnologiche al gas naturale a costi sostenibili.

Savorani ha evidenziato segnali positivi dai decreti attuativi relativi alle misure per la Transizione 5.0, nonostante l’esclusione dei settori ETS. Ha concluso sottolineando il paradosso per cui l’industria ceramica italiana, leader mondiale per performance e BAT ambientali, è esclusa dai piani finalizzati a completare il percorso di decarbonizzazione.

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